"Il lavoro artistico di Riccardo Arena si compone di processi d’indagine nomadi e a lungo termine che, attraverso l’accumulazione intuitiva di materiali di studio e operazioni di stratificazione e assemblaggio, si condensano in strutture narrative, matrici per lo sviluppo d’immaginari visivi. Dopo un ciclo di lavori portati a termine in Cina e Argentina, VAVILON assume come caso studio le Isole Solovki, un arcipelago nel Mar Bianco russo, distante 160 Km dal Circolo Polare Artico che attraverso i millenni si è fatto luogo di culto e d’iniziazione per le antiche popolazioni nomadi del mare, dimora mistica e di ascesi spirituale, santuario ortodosso, teatro della paradossale esperienza dei gulag, testimone di utopie e distopie totalitariste, terreno di battaglie ideologiche e tempio per la redenzione.
La ricerca scaturita da un’esperienza di viaggio di Arena nel 2013 sulle isole e dallo studio dei testi di Marco Bulloni su questi territori, si è evoluta, nell’arco di tre anni, in un’investigazione sugli aspetti meno noti della cultura russa legati principalmente alla filosofia cosmista che tesse una sottotrama occulta del primo sistema totalitarista sovietico e permea tutta la storia della cosmonautica russa. Le opere che compongono VAVILON ricostruiscono la morfologia delle Solovki su un piano immaginario, rivelandone la forma più intima, la mappa più profonda e autentica, e manifestando le forze psicogeografiche che hanno plasmato gli eventi storici sedimentati nel tempo e nel territorio delle Isole. Interrogandosi sulla funzione di catalizzatore o di semplice ricettacolo svolta dalle Solovki, Riccardo Arena assume i 35 labirinti presenti nelle Isole come trigger formale e concettuale per la ricerca storica e visiva. Partendo dall'intuizione di Bulloni che "l’isola é essa stessa un labirinto" oltre che sintesi geometrica del viaggio redentivo dell’anima disposta a trascendere i limiti della sua condizione umana, Riccardo Arena estende questo metodo analitico al periodo monastico, al Gulag, ai motivi cosmisti, per i quali la ricerca dell’immortalità passa attraverso la fuga cosmica dal labirinto della mortalità. Il progetto VAVILON di Riccardo Arena si formalizza attualmente in un lungometraggio - presentato in anteprima nazionale il 10 Settembre 2015 presso la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino in occasione della mostra collettiva The man who sat on himself curata da Kate Strain, Angelica Sule e Zsuzsanna Stanitz – e un “compendio visivo” composto da elementi eterogenei che costituisce il nucleo forte della presentazione a Viafarini.
Con il contributo di Fondazione Cariplo."
Simone Frangi
Viafarini presenta alla Fabbrica del Vapore il progetto monografico di Riccardo Arena VAVILON | Project C – Solovki Islands, inaugurando una stagione di ricerca sulle molteplici relazioni tra pratica artistica e ricerca culturale.
"Nel corso degli anni, la mia esperienza artistica e personale mi ha portato all’elaborazione di progetti indipendenti in diversi Paesi del Mondo, i cui tempi di realizzazione e contenuti si delineano nella successione di eventi che nascono durante le investigazioni. La metodologia di lavoro che condividono i progetti si basa essenzialmente su processi di ricerca, catalogazione e organizzazione di elementi eterogenei, che, tramite regole grammaticali sviluppate di volta in volta, vengono assemblati minuziosamente tra loro con l’intento di intessere strutture narrative che fungono da base e supporto per la creazione delle opere.
L’idea di iniziare le investigazioni sulle isole Solovki, è nata dall’interesse che nutro da anni per il pensiero e per la vita del mistico, matematico e filosofo russo Padre Pavel Florenskij, fucilato nel 1937 dopo tre anni di detenzione nel campo di lavoro forzato presente sulle isole.
Il resoconto della sua prigionia ci è arrivato grazie al corpus di lettere che Florenskij inviava ai suoi familiari dal lager, un documento inestimabile al cui interno si intessono riflessioni filosofiche, analisi di composizione letteraria e musicale, i moti e le tensioni della sua anima, esperimenti scientifici sulla estrazione dello iodio e sul gelo perpetuo condotti in condizioni estreme, la profonda contemplazione del mistero del mondo di un essere umano che, nonostante la lucida consapevolezza della sua sorte, non ha mai abbandonato una visione metafisica che si alza in luoghi puri dell’intimo per trascendere le contingenze terrene.
In Russia c’è un detto : “quello che accade oggi alle Solovki, accade domani in tutto il Paese”:, queste isole remote disperse nel mar Bianco, sono state il testimone geografico di eventi che hanno portato l’intero Paese a trasformazioni radicali.
Su questo luogo è stato sperimentato il primo campo di lavoro forzato dal nome SLON, sviluppatosi poi nel sistema GULAG, che dopo essersi perfezionato con la detenzione di 850.000 vittime, si è diffuso a macchia d’olio in tutta la Russia, divenendo in seguito il modello d’ispirazione per la costituzione dei lager nazisti. Sempre le Solovki hanno assistito alla nascita e al progresso del più grande centro monastico e mistico di tutta la Russia, simbolo nel XVII secolo della persecuzione della fede durante la riforma della chiesa ortodossa.
Questi territori sono inoltre un enigma dal punto di vista archeologico, oltre agli innumerevoli menhir e pittogrammi risalenti perfino al 7.600 a.C, in una delle piccole isole dell’arcipelago, si trova inspiegabilmente il complesso labirintico più grande del mondo. Durante le prime documentazioni sui labirinti dell’isola, sono venuto a conoscenza delle affascinanti ricerche dell’ingegnere Marco Bulloni, che, partendo dai resoconti di Platone, ha elaborato un’articolata teoria che individua nell’arcipelago delle Solovki la capitale dell’impero atlantideo.
Le riflessioni e i contatti che l’autore di questi studi ha gentilmente condiviso con me, sono stati di grande ispirazione per la visione iniziale del progetto e di fondamentale aiuto per le investigazioni sull’isola, avvenute Agosto e Settembre del 2013."
Riccardo Arena
"Il lavoro artistico di Riccardo Arena si compone di processi d’indagine nomadi e a lungo termine che, attraverso l’accumulazione intuitiva di materiali di studio e operazioni di stratificazione e assemblaggio, si condensano in strutture narrative, matrici per lo sviluppo d’immaginari visivi. Dopo un ciclo di lavori portati a termine in Cina e Argentina, VAVILON assume come caso studio le Isole Solovki, un arcipelago nel Mar Bianco russo, distante 160 Km dal Circolo Polare Artico che attraverso i millenni si è fatto luogo di culto e d’iniziazione per le antiche popolazioni nomadi del mare, dimora mistica e di ascesi spirituale, santuario ortodosso, teatro della paradossale esperienza dei gulag, testimone di utopie e distopie totalitariste, terreno di battaglie ideologiche e tempio per la redenzione.
La ricerca scaturita da un’esperienza di viaggio di Arena nel 2013 sulle isole e dallo studio dei testi di Marco Bulloni su questi territori, si è evoluta, nell’arco di tre anni, in un’investigazione sugli aspetti meno noti della cultura russa legati principalmente alla filosofia cosmista che tesse una sottotrama occulta del primo sistema totalitarista sovietico e permea tutta la storia della cosmonautica russa. Le opere che compongono VAVILON ricostruiscono la morfologia delle Solovki su un piano immaginario, rivelandone la forma più intima, la mappa più profonda e autentica, e manifestando le forze psicogeografiche che hanno plasmato gli eventi storici sedimentati nel tempo e nel territorio delle Isole. Interrogandosi sulla funzione di catalizzatore o di semplice ricettacolo svolta dalle Solovki, Riccardo Arena assume i 35 labirinti presenti nelle Isole come trigger formale e concettuale per la ricerca storica e visiva. Partendo dall'intuizione di Bulloni che "l’isola é essa stessa un labirinto" oltre che sintesi geometrica del viaggio redentivo dell’anima disposta a trascendere i limiti della sua condizione umana, Riccardo Arena estende questo metodo analitico al periodo monastico, al Gulag, ai motivi cosmisti, per i quali la ricerca dell’immortalità passa attraverso la fuga cosmica dal labirinto della mortalità. Il progetto VAVILON di Riccardo Arena si formalizza attualmente in un lungometraggio - presentato in anteprima nazionale il 10 Settembre 2015 presso la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino in occasione della mostra collettiva The man who sat on himself curata da Kate Strain, Angelica Sule e Zsuzsanna Stanitz – e un “compendio visivo” composto da elementi eterogenei che costituisce il nucleo forte della presentazione a Viafarini.
Con il contributo di Fondazione Cariplo."
Simone Frangi
Viafarini presenta alla Fabbrica del Vapore il progetto monografico di Riccardo Arena VAVILON | Project C – Solovki Islands, inaugurando una stagione di ricerca sulle molteplici relazioni tra pratica artistica e ricerca culturale.
"Nel corso degli anni, la mia esperienza artistica e personale mi ha portato all’elaborazione di progetti indipendenti in diversi Paesi del Mondo, i cui tempi di realizzazione e contenuti si delineano nella successione di eventi che nascono durante le investigazioni. La metodologia di lavoro che condividono i progetti si basa essenzialmente su processi di ricerca, catalogazione e organizzazione di elementi eterogenei, che, tramite regole grammaticali sviluppate di volta in volta, vengono assemblati minuziosamente tra loro con l’intento di intessere strutture narrative che fungono da base e supporto per la creazione delle opere.
L’idea di iniziare le investigazioni sulle isole Solovki, è nata dall’interesse che nutro da anni per il pensiero e per la vita del mistico, matematico e filosofo russo Padre Pavel Florenskij, fucilato nel 1937 dopo tre anni di detenzione nel campo di lavoro forzato presente sulle isole.
Il resoconto della sua prigionia ci è arrivato grazie al corpus di lettere che Florenskij inviava ai suoi familiari dal lager, un documento inestimabile al cui interno si intessono riflessioni filosofiche, analisi di composizione letteraria e musicale, i moti e le tensioni della sua anima, esperimenti scientifici sulla estrazione dello iodio e sul gelo perpetuo condotti in condizioni estreme, la profonda contemplazione del mistero del mondo di un essere umano che, nonostante la lucida consapevolezza della sua sorte, non ha mai abbandonato una visione metafisica che si alza in luoghi puri dell’intimo per trascendere le contingenze terrene.
In Russia c’è un detto : “quello che accade oggi alle Solovki, accade domani in tutto il Paese”:, queste isole remote disperse nel mar Bianco, sono state il testimone geografico di eventi che hanno portato l’intero Paese a trasformazioni radicali.
Su questo luogo è stato sperimentato il primo campo di lavoro forzato dal nome SLON, sviluppatosi poi nel sistema GULAG, che dopo essersi perfezionato con la detenzione di 850.000 vittime, si è diffuso a macchia d’olio in tutta la Russia, divenendo in seguito il modello d’ispirazione per la costituzione dei lager nazisti. Sempre le Solovki hanno assistito alla nascita e al progresso del più grande centro monastico e mistico di tutta la Russia, simbolo nel XVII secolo della persecuzione della fede durante la riforma della chiesa ortodossa.
Questi territori sono inoltre un enigma dal punto di vista archeologico, oltre agli innumerevoli menhir e pittogrammi risalenti perfino al 7.600 a.C, in una delle piccole isole dell’arcipelago, si trova inspiegabilmente il complesso labirintico più grande del mondo. Durante le prime documentazioni sui labirinti dell’isola, sono venuto a conoscenza delle affascinanti ricerche dell’ingegnere Marco Bulloni, che, partendo dai resoconti di Platone, ha elaborato un’articolata teoria che individua nell’arcipelago delle Solovki la capitale dell’impero atlantideo.
Le riflessioni e i contatti che l’autore di questi studi ha gentilmente condiviso con me, sono stati di grande ispirazione per la visione iniziale del progetto e di fondamentale aiuto per le investigazioni sull’isola, avvenute Agosto e Settembre del 2013."
Riccardo Arena
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